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Attualità venerdì 22 giugno 2018 ore 11:11

Bekaert chiude, 318 posti a rischio

La direzione del gruppo ha annunciato la volontà di chiudere lo stabilimento di Figline e Incisa Valdarno. I lavoratori occupano la fabbrica



FIGLINE INCISA — La direzione di Bekaert Group ha annunciato la decisione di chiudere il sito italiano di Figline e Incisa Valdarno, dedicato alla produzione di rinforzi in acciaio per pneumatici (steel cord), e di cessare le attività nella fabbrica, acquistata nel 2014 da Pirelli. Lo ha annunciato il gruppo belga in una nota, spiegando di aver informato la Rsu, i sindacati e le autorità competenti, ed esprimendo l'intenzione di "avviare un dialogo teso ad attenuare l'impatto sociale per i 318 dipendenti interessati".

Negli ultimi anni, sostiene l'azienda, "la posizione del sito di Figline nel mercato di riferimento ha subito notevoli pressioni. A causa dei suoi costi strutturali notevolmente superiori rispetto a quelli degli altri stabilimenti di rinforzi in acciaio per pneumatici di Bekaert nella regione Emea, il sito non è stato in grado di generare performance sostenibili dal punto di vista finanziario. Consapevole della gravità di tale misura, la direzione non vede alternative per salvaguardare e rafforzare la propria posizione nei mercati europei della produzione dei rinforzi in acciaio per pneumatici".

La proprietà ha comunicato la chiusura della fabbrica entro 75 giorni e l'invio delle lettere di licenziamento per i 318 dipendenti.

Immediata la reazione dei lavoratori che stamani hanno occupato la fabbrica. "Sapevamo dei problemi finanziari e di mercato - ha detto Yuri Campofiloni della Fiom Cgil Firenze in una nota -, ma non che si potesse chiudere lo stabilimento da un giorno a un altro. Chiediamo subito il ritiro della procedura". La Fiom spiega che "i lavoratori sono arrabbiati, la loro età media è sui 50 anni, troppo giovani per andare in pensione e troppo anziani per trovare nuove occupazioni. Per il territorio si rischia un impatto devastante, con l'indotto sono più di 400 le persone coinvolte". Presso lo stabilimento, che produce cordicelle di metallo per pneumatici, è presente anche il segretario generale della Fiom Cgil Firenze Daniele Calosi.

Secca anche la posizione del segretario generale della Cisl Toscana Riccardo Cerza che ha definito la decisione "ingiusta e inaccettabile, nel merito e nel metodo, un vero attentato al lavoro. Chiudere uno stabilimento produttivo è sempre ingiusto, ma in questo modo è ancora più grave - ha sottolineato Cerza in una nota -. Quello di Figline è un sito produttivo importantissimo; quando c'è stata la cessione da parte di Pirelli ci erano state date delle garanzie e oggi ci troviamo davanti a questa decisione secca e annunciata come irrevocabile. Non è così che si può trattare il lavoro in Italia". 

Cerza annuncia che il sindacato si batterà "in tutti i modi e a tutti i livelli, per cambiare questa decisione e tenere aperto l'impianto e continuare a dare lavoro a oltre 300 persone. E certamente avremo bisogno anche del Governo per reagire alla decisione di una multinazionale come Bekaert. Chiediamo a tutti, Regione, Governo, enti locali di combattere con noi - ha concluso il segretario Cisl - l'arroganza aziendale di annunciare in modo unilaterale la chiusura dell'azienda e salvare il sito di Figline Valdarno".


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